giovedì 28 marzo 2013

Ri-Maflow: una risposta per il lavoro


Qualche mese fa, vi avevo postato un articolo scritto dai lavoratori della ex- Maflow di Trezzano sul Naviglio (Milano). Nei prossimi mesi molte fabbriche rischiano la chiusura, poiché manca poco alla scadenza della cassa integrazione in deroga, l'esempio di questi lavoratori può essere un monito per tutti. Non bisogna mai arrendersi a chi vuole un mondo di sfruttati, costituito dal calpestamento della dignità umana, dedito solo a produrre profitti infiniti. Voglio mostrarvi un video realizzato da questi lavoratori e v'invito a far conoscere questa realtà, che può diventare il futuro per un’umanità più equa.

Ricordati di aderire alla loro pagina Facebook.



Video credit Ri Maflow caricato su YouTube

Sui gatti dicono...

Oggi vi mostro uno splendido video scovato sul web, con immagini e frasi celebri sui gatti.




Video credit apaschannel caricato su YouTube

Il grande terremoto di Oklahoma causato dal fracking

HydroFrac

Articolo da petrolio.blogosfere.it

Davvero clamorosa la news uscita ieri su Bloomberg, e senza dubbio destinata a sollevare discussioni in tutto il pianeta. Ricordate la famosa questione del fracking che può causare terremoti? Questione ancora controversa, ma per nulla superata: malgrado i meno informati deridano l'ipotesi come una sciocchezza, sono le compagnie petrolifere le prime ad aver ammesso che la loro stessa attività di perforazione idraulica può causare sismi.
Ma finora erano stati presi in considerazione al massimo microsismi di grado basso.
Ora invece cambia tutto. Leggiamo da Bloomberg:

Gli scienziati hanno collegato il più grande terremoto avvenuto in Oklahoma allo smaltimento delle acque da produzione petrolifera, aggiungendo altre prove che possono condurre ad una regolamentazione del fracking per petrolio e gas.
Il terremoto di magnitudo 5,7 del 2011 ha seguito un aumento di ben 11 volte dell'attività sismica in tutta la zona centrale degli USA negli anni recenti, mentre venivano perforati pozzi di smaltimento per gestire l'aumento di acque reflue da fracking.
I ricercatori dell'Università dell'Oklahoma, della Columbia University e dell'US Geological Survey, che hanno pubblicato la loro ricerca sulla rivista Geology, sostengono che i risultati evidenziano il rischio a lungo termine che pongono le migliaia di pozzi, e mostrano la necessità di un monitoraggio migliore e la supervisione del governo.

I ricercatori dell'US Geological Survey avevano già avvisato un anno fa che l'aumento di terremoti negli Stati centrali era "quasi certamente di origine umana". Per tre decenni fino al 2000, gli eventi sismici della zona ammontavano a circa 21 l'anno. Nel 2009 sono stati 50, 87 nel 2010 e ben 134 nel 2011, proprio in coincidenza con l'inizio delle attività petrolifere.
La serie a cascata di scosse mostra che il rischio che l'attività umana possa indurre grandi terremoti anche da piccole attività di iniezioni d'acqua, è probabilmente più alto di quanto non credessimo.
Così uno degli scienziati della Columbia. Forse è necessario cominciare a prendere sul serio l'ipotesi che il fracking possa causare terremoti anche consistenti, visto che ora c'è il più alto avallo scientifico. Nascondersi dietro un dito non basta più.

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Fonte: petrolio.blogosfere.it


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mercoledì 27 marzo 2013

La strada della pace


"L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire."

Sandro Pertini
 
 

Proverbio del giorno


La pace arricchisce i popoli.
 
 

Violento sisma a Taiwan




Un forte terremoto di magnitudo 6,1 della scala Richter ha colpito Taiwan. Il sisma si è verificato alle ore 10.03 locali (ore 3:03 in Italia), avendo un ipocentro a 15,4 chilometri di profondità e localizzato nella provincia di Nantou. Al momento si segnalano una vittima e una ventina di feriti, oltre ad alcuni danni agli edifici. Nella stessa provincia nel settembre del 1999, si era verificato un terremoto di magnitudo 7.6 con 2.400 vittime, il più grande disastro naturale nella storia dell'isola.


L'imbrunire di Giovanni Pascoli




L'imbrunire

Cielo e Terra dicono qualcosa
l'uno all'altro nella dolce sera.
Una stella nell'aria di rosa,
un lumino nell'oscurità.
I Terreni parlano ai Celesti,
quando, o Terra, ridiventi nera;
quando sembra che l'ora s'arresti,
nell'attesa di ciò che sarà.
Tre pianeti su l'azzurro gorgo,
tre finestre lungo il fiume oscuro;
sette case nel tacito borgo,
sette Pleiadi un poco più su.
Case nere: bianche gallinelle!
Case sparse: Sirio, Algol, Arturo!
Una stella od un gruppo di stelle
per ogni uomo o per ogni tribù.
Quelle case sono ognuna un mondo
con la fiamma dentro, che traspare;
e c'è dentro un tumulto giocondo
che non s'ode a due passi di là.
E tra i mondi, come un grigio velo,
erra il fumo d'ogni focolare.
La Via Lattea s'esala nel cielo,
per la tremola serenità.

Giovanni Pascoli

27 marzo 1964 – Alle 17:36 locali, il più potente terremoto mai registrato negli USA (magnitudo 9.2 della Scala Richter) colpisce l'Alaska centro-meridionale



Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il terremoto dell'Alaska del 1964 fu un violento sisma che si abbatté sull'Alaska il 27 marzo 1964. Il terremoto ebbe una magnitudo momento di 9,2. La scossa durò 4 minuti circa, provocando gravi danni ad Anchorage: infatti nella città crollarono diversi palazzi, si aprirono fessure nelle strade e si produsse il fenomeno della liquefazione delle sabbie. Essendo stato un evento sottomarino, il sisma generò uno tsunami con onde alte fino a 9 metri, che si abbatterono sulla costa. I morti furono 143. Questo sisma fu il più potente mai avvenuto negli Stati Uniti d'America ed il secondo più forte di sempre (dopo il Grande Terremoto Cileno).

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martedì 26 marzo 2013

Vi segnalo (post interessanti da altri blog)


Oggi vi consiglio:

Europa: sta nascendo una dittatura. Fuggite, sciocchi! tratto da Finta tolleranza

Siamo in piena dittatura economica.
 Spese Militari nel 2012 tratto da F r e e o n d a - R e v o l u t i o n

Un settore che non conosce crisi.

Caccia alla volpe trasformata in strage, è polemica a Siena tratto da Ecologiae.com

Fermiamo quest'assurda strage.

Italia sempre più povera


Articolo da Diritto di critica

I dati Irpef e Confcommercio parlano chiaro, l’Italia di oggi è una massa di poveri con pochi ricchi in cima. Un’elité che incassa quanto metà dell’intera popolazione contribuente, ovvero un quarto dell’intero reddito nazionale. Si allarga la base dei “poveri assoluti”, quattro milioni di persone al di sotto del paniere minimo di beni. Più delle tasse pesa disoccupazione e stagnazione economica. Questi sono i problemi del paese reale, che la politica – e pure l’anti-politica – sembrano dimenticare.
Poveri assoluti. Abbiamo 4 milioni di poveri “assoluti”, nel 2008 erano 3,5 milioni: ne produciamo 615 in più ogni giorno. Lo spiega Confcommercio, che da Cernobbio presenta un quadro per nulla edificante del 2012. Il Ministero dell’Economia rincara la dose con i dati Irpef dell’anno scorso. La metà dei contribuenti vive sotto i 15 mila euro lordi l’anno. Vuol dire stipendi e pensioni al di sotto dei 1300 euro lordi mensili, pericolosamente vicini alla soglia di povertà relativa (in alcune regioni la soglia limite di un single è 750 euro). C’entra sicuramente la riduzione del Pil, che sta scendendo al ritmo del 1% ogni anno (-1,7%, secondo Confcommercio, contro l’ottimistico -0,8% previsto dal Governo Monti per il 2013). Ma non solo.

Ricchi e poveri. Il problema vero è la disuguaglianza. Il 5% dei “paperoni” incassa un quarto dell’intero reddito nazionale, pari a quanto dichiarato dal 55% dei contribuenti più poveri. Il divario è enorme: metà della popolazione vive sotto i 15mila lordi annui, il 10% dei ricchi vola oltre i 35mila euro l’anno.

Tasse “strane”. I rincari locali si son fatti sentire tutti: in un solo anno il gettito dell’addizionale regionale Irpef è aumentato del 27%, quello comunale dell’11%. Parecchie cose non funzionano: quasi 10 milioni di italiani non paga l’Irpef, perché è troppo povera o perché gli spettano detrazioni specifiche.  E dall’altro lato 100mila italiani ha “scoperto” quest’anno di avere un’immobile all’estero, da condonare con una tassa paragonabile all’Imu. Da solo, quest’ultimo gettito ha garantito 21 miliardi di euro, metà di una manovra fiscale nazionale.
 
Fonte: Diritto di critica


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Articolo tratto interamente da Diritto di critica

L'umiltà



Non si inizi nessun discorso senza mostrare per prima cosa umiltà. "Io sono ignorante, un pover'uomo", è così che cominciano tutti i discorsi. "Io non so nulla più di voi che siete seduti intorno a me, ma io vorei offrirvi il mio umile parere".

Allen C. Quetone, Kiowa
 
 

Ciliegi in fiore


"CHERRY BLOSSOM" from LMPIX on Vimeo.

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lunedì 25 marzo 2013

Citazione del giorno


"Il problema centrale della nostra epoca è come poter agire risolutamente in assenza di certezza."

 Bertrand Russell
 
 

Nebbia mattutina


Misty Morning from Ben on Vimeo.

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Reddito di cittadinanza: ecco la situazione europea


Articolo da Befan.it

In Europa il reddito di cittadinanza è in vigore quasi ovunque ed è incomprensibile che l’Italia ignori un aspetto di così rilevante importanza.
Durante una trasmissione di Santoro si è parlato del “modello tedesco” in modo più fantasioso che vero: tuttora i giornali italiani continuano a dichiarare, in maniera errata, che il sussidio viene somministrato a tempo determinato e i beneficiari sono solo coloro i quali hanno perduto il lavoro. In realtà, non viene detto che in Germania e in quasi tutta Europa i maggiorenni disoccupati, che abbiano mai lavorato o meno, percepiscono un sussidio e anche l’affitto dell’abitazione. Tale sostegno termina, in assenza di occupazione, con il raggiungimento della pensione.
Pare che in Italia si confonda il sussidio con l’indennità di disoccupazione: è forse una svista troppo palese per essere considerata “innocente”.
Non portare a conoscenza dei connazionali che paesi quali la Gran Bretagna, la Danimarca, la Svezia, la Germania e la Francia forniscono un’integrazione del reddito ai cittadini che non guadagnano a sufficienza, compresi i lavoratori part-time, è una pecca informativa grave.
Il reddito di cittadinanza, in vigore in molti paesi europei, è la spiegazione dell’assenza di molte pecche, invece presenti in Italia: le continue raccomandazioni, il lavoro nero, l’occupazione di posti di lavoro non meritati da parte di persone incompetenti.
Tale situazione persiste in Italia ancora oggi, in periodo di crisi, nonostante l’Europa abbia consigliato al nostro paese l’introduzione, fin dal 1992, del reddito di cittadinanza.

Continua la lettura su Befan.it


Fonte: Befan.it



Articolo tratto interamente da Befan.it

sabato 23 marzo 2013

Commenti liberi su nuove funzioni nella piattaforma Blogger


Nell'ultimo anno sono state introdotte molte novità nella piattaforma Blogger.  Voglio chiedervi se siete contenti delle nuove funzioni e cosa vi aspettate per il futuro.

Aspetto un vostro commento in merito.


Proverbio del giorno

 
Quando c’è una meta, anche il deserto diventa strada.

Proverbio tibetano
 
 

Subcava Sonora: nuovo portale e concorso Rock'n'Law

Articolo da CreativeCommons.it

Segnaliamo che Subcava Sonora, etichetta partenopea di musica rilasciata con licenza Creative Commons, si è dotata di una nuova veste grafica, ampliando i contenuti a disposizione degli utenti: "Non solo vetrina: il sito si configura, infatti, anche come uno spazio vivo e dinamico, attraverso l’introduzione di una sezione blog, in continuo aggiornamento, che ospiterà preziosi contributi di personalità che operano in campo culturale nazionale ed internazionale".
L'ettichetta si è fatta inoltre promotrice del concorso Rock'n'Law, dedicato a band e musicisti che annoverano tra i propri componenti almeno un iscritto o un laureato alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli. Le selezioni per la partecipazione al Festival, aperte sino al 12 aprile 2013, avverranno online attraverso dei form di votazione sulla piattaforma facebook e attraverso il forum del portale www.giuristifedericiani.com.

Subcava Sonora lancia il suo nuovo portale online: comunicato stampa.
Rock'n'Law - Diritti al Suono: informazioni sul concorso.


Fonte: CreativeCommons.it


Autore: Claudio Artusio

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Articolo tratto interamente da CreativeCommons.it

giovedì 21 marzo 2013

Il buio oltre la siepe: recensione del film


Il buio oltre la siepe è un film del 1962 diretto da Robert Mulligan, tratto dal romanzo omonimo di Harper Lee.

Trama

Alabama, 1939. L'avvocato Atticus Finch conduce una tranquilla esistenza nella cittadina di Maycomb, occupandosi di crescere i suoi figli Scout e Jem, orfani della madre, morta di infarto quando i piccoli avevano 6 e 2 anni. La vita di Scout e Jem è divisa tra i loro giochi di bambini e la loro curiosità per le vicende della cittadina, in particolare quella di Boo Radley, un malato di mente che vive da anni rinchiuso in quella che i bambini chiamano "la casa maledetta", alla quale Scout e Jem tentano di avvicinarsi spesso, incuriositi da Radley, che non hanno mai visto. Ai due fratelli si aggiunge un giorno Dill, un gracile ragazzino dalla bugia facile, che è venuto a vivere con zia Stephanie e che, si verrà a sapere poi, è stato abbandonato dai suoi genitori.
Un giorno l'agricoltore Bob Ewell, noto come un personaggio ubriacone e violento, si reca dallo sceriffo per denunciare Tom Robinson, un uomo di colore, accusandolo di avere violentato la figlia diciannovenne di nome Mayella Ewell. Il giudice Taylor chiama Atticus Finch perché assuma la difesa di Robinson, il quale si proclama innocente.
L'avvocato Finch, con l'aiuto della sfrontatezza di Scout, riesce a evitare il linciaggio di Robinson da parte dei cittadini pervasi dall'odio razziale e durante il processo riesce anche a dimostrare l'infondatezza dell'accusa di violenza carnale, ma la giuria, influenzata dall'ostilità dell'ambiente, emette ugualmente un verdetto di colpevolezza. Robinson, piuttosto che attendere il ricorso in appello, decide di evadere durante il trasferimento in prigione, ma viene ucciso da un secondino.
Intanto Bob Ewell, conscio di essere stato di fatto smascherato dall'avvocato come mentitore, ha giurato di vendicarsi di Atticus e la sera della festa dell'agricoltura assale Scout e Jem mentre stanno tornando a casa da una rappresentazione a scuola; interviene però provvidenzialmente uno sconosciuto, che uccide l'assalitore e salva i due ragazzi. Lo sconosciuto salvatore si rivela essere il misterioso Boo Radley, che si è nel frattempo affezionato ai due ragazzi pur senza aver mai avuto modo di conoscerli meglio.

Curiosità sul film

L'American Film Institute ha giudicato il personaggio di Atticus Finch, interpretato da Gregory Peck, come il più grande eroe cinematografico del XX secolo.

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La vita breve degli elettrodomestici


Articolo da Wired

Il frigorifero inizia a emettere ronzii sospetti, la lavatrice passa a miglior vita, il televisore non è più lo stesso. La garanzia? Ovviamente è scaduta da poco. E quando arriva il tecnico, la diagnosi è quasi sempre la stessa: “Costa più ripararlo che comprarne uno nuovo”. Chi non ha mai trovato sospetta la coincidenza?

Uno studio tedesco commissionato dal gruppo parlamentare dei Verdi tedeschi conferma i dubbi. Il fenomeno ha un nome: obsolescenza programmata. Significa che gli elettrodomestici vengono costruiti per durare poco, o meno di quanto potrebbero. Lo scopo delle case di produzione è quello di vendere di più, evitando la saturazione del mercato. Tutto questo a spese dei consumatori. Spese esose, dato che questa pratica costerebbe cira 100 miliardi l’anno ai consumatori tedeschi. Ma secondo Stefan Schridde e Christian Kreis, autori dello studio, dimostrare l’intenzionalità dei produttori è estremamente difficile. Questo non cambia il fatto che fino agli anni '70 l'aspettativa di vita di un elettrodomestico era di 20-30 anni, mentre oggi è di 10 volte inferiore.

L’obsolescenza produttiva è nota da tempo. Almeno dal 1924, quando i produttori delle lampadine decisero di abbassarne la durata media da 2500 a 1000 ore. Per vendere di più, ovviamente. Altro esempio? Le calze di nylon DuPont, lanciate 70 anni fa, erano troppo resistenti, si smagliavano raramente. Così la loro composizione è stata modificata, e sono state rese molto più fragili. Recentemente, anche Apple ha ricevuto accuse simili. Le batterie non sostituibili dell’iPod avrebbero una durata a orologeria di circa 18 mesi. Ma non è tutto. Molti elettrodomestici o prodotti più tecnologici vengono costruiti in modo che cambiare un pezzo difettoso risulti molto difficile e costoso. Così che il consumatore si trova costretto a comprare un prodotto nuovo, piuttosto che riparare il vecchio. È il caso, appunto, delle batterie non sostituibili, che col tempo si deteriorano e non possono essere cambiate. Come quella del MacBook Pro, incollata come altri suoi componenti, e quindi molto difficile da cambiare. Altro esempio sono le viti usate per l'iPhone 4, estremamente difficili da sostituire. O le ruote in plastica dei frullatori.

Si è espresso con toni scettici Werner Scholz, direttore dell'associazione tedesca dei costruttori di elettrodomestici. Secondo Sholz una pratica come l'obsolescenza programata alla lunga sarebbecontroproducente per i costruttori, dato che i clienti che comprano un prodotto scadente in futuro si rivolgeranno a un marchio diverso.


Fonte: Wired

Autore: Ilaria Orrù

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Articolo tratto interamente da Wired


 

Assuefatti dal sistema




"Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo."


Morpheus

Tratto dal film Matrix


Cintura elettronica per controllare i dipendenti in un’area di servizio


Articolo da Il FattoQuotidiano.it

Un dispositivo elettronico, da indossare sulla cintura, in grado di monitorare i movimenti e segnalare un’eventuale pausa superiore al minuto e mezzo, imposto ad alcuni dipendenti dell’autogrill MyChef. La notizia arriva da oltreconfine, dal giornale francese Le Monde, ma porta dritto dritto in Italia. E più precisamente all’area di servizio autostradale che si trova all’uscita Pioppa Ovest, sull’autostrada A14, Bologna-Taranto.
Secondo il quotidiano transalpino, nel bar, gestito dal gruppo francese Elior, i lavoratori sono stati costretti a mettere una sorta di cintura capace di trasmettere segnali elettronici a una centrale operativa. Il sistema serve a rilevare la posizione dei dipendenti e a mandare un avviso quando la persona si trova in posizione orizzontale, per un periodo superiore ai 90 secondi. In questo modo il lavoratore, che magari si trova isolato, può essere immediatamente aiutato. Alcuni dipendenti però hanno raccontato che per far partire il dispositivo basta semplicemente restare immobili per più di un minuto e mezzo. Magari per andare in bagno.
Pubblicato il 18 marzo, in poche ore l’articolo di Le Monde è rimbalzato in Italia. E anche tra i tavoli del MyChef qualcuno lo ha letto. “Non si tratta di un vero e proprio braccialetto elettronico come scrivono – precisa un dipendente al fattoquotidiano emilia romagna, mentre dà il resto di un pacchetto di caramelle – ma di un dispositivo agganciato alla cintura, con un sistema gps integrato”. È pomeriggio, il cassiere non lo indossa: “Ce l’hanno solo quelli del turno di notte. Hanno detto loro che serve per garantire la sicurezza, dato che con il taglio del personale qui sono rimasti solo in due a lavorare dopo mezzanotte”.
Nessuno però conosce esattamente il funzionamento. Le informazioni sono confuse. Alcuni lo definiscono “simile a un walkie talkie“. Altri una sorta di salvavita:  ”Se non ti senti bene e non ti muovi, vengono a soccorrerti”. Il sospetto, azzarda sottovoce qualcuno, è che venga sfruttato anche per mantenere sotto osservazione i ritmi di lavoro. Perché se una persona è immobile, non vuol dire per forza che abbia un malore o che stia subendo una rapina. Potrebbe trattarsi semplicemente di una sosta fuori programma. Parlarne apertamente però è vietato, e così, dopo due parole, la maggior parte dei lavoratori taglia corto: “Non ne so nulla – alza le spalle una ragazza – e comunque sono informazioni riservate”.
L’azienda non smentisce anche se ci tiene a portare la sua versione. Secondo il gruppo francese, un colosso presente nelle strade e nei centri commerciali di tutta Italia, si tratta solo di un sistema antirapina, adottato per garantire la sicurezza di coloro impiegati nei turni notturni, che scatta quando una persona è sdraiata a terra.
Intanto, i sindacati sono già sul piede di guerra. La notizia ha avuto l’effetto di una doccia fredda. “L’azienda ci aveva proposto l’utilizzo di questo attrezzatura circa 15 giorni fa, a margine di un incontro sulla flessibilità” racconta Malgara Cappelli, alla guida della Fisascat Cisl di Bologna. “Ma avevamo subito detto no. Non avremmo mai immaginato che l’azienda potesse procedere senza l’accordo”. Ora le sigle promettono battaglia. Il prossimo passo sarà chiedere una verifica dell’ispettorato. “Ci è stato presentato come un dispositivo che parte quando una persona è distesa, così da avvertire subito i soccorsi. E invece alcuni lavoratori hanno raccontato che si attiva anche quando si rimane immobili per più di 90 secondi, collegandosi con una centrale operativa che nessuno sa dove si trova”.
Le segnalazioni, aggiunge, possono scattare anche se un dipendente si ferma per dare un’informazione al cliente. È capitato. “Si tratta di una cosa aberrante”. Nei prossimi giorni, quindi, il sindacato si muoverà su due fronti. “Da una parte l’azienda non può pensare di ridurre il personale, lasciando solo due persone di notte (una per reparto), per poi occuparsi della sicurezza con dei sistemi elettronici. Dall’altra, lo strumento prefigura una forma di controllo a distanza. Senza contare che non sappiamo nemmeno come e da chi sono gestite le informazioni trasmesse alla centrale”.

Fonte: IlFattoQuotidiano.it


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Articolo tratto interamente da IlFattoQuotidiano.it

La primavera sorrideva di Antonio Machado


La primavera sorrideva

Un giorno
mi sorprese la primavera
che In tutti i campi intorno
sorrideva.
Verdi foglie in germoglio
gialle rigonfie gemme delle fronde,
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.
E il sole
sulle fronde tenere
era una pioggia
di raggi d’oro;
nel sonoro scorrere
del fiume ampio
si specchiavano
argentei e sottili i pioppi.

Antonio Machado

Dall'inverno alla Primavera di Edmondo De Amicis



Dall'inverno alla Primavera

Quando l'inverno muore lentamente
nella primavera, nelle sere di quei bei giorni limpidi,
lieti, senza vento, su cui si tengono spalancate
per le prime volte le finestre e si portano sulle
terrazze i vasi dei fiori, le città offrono uno
spettacolo gentile e pieno d'allegrezza e di poesia.
A passeggiare per le vie si sente, di tratto
in tratto, sul viso,
un'ondata d'aria tiepida, odorosa.
Di che? di quali fiori? di quali
erbe? Chi lo sa!

Edmondo De Amicis

mercoledì 20 marzo 2013

Citazione del giorno


"Hanno pianto un po' poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l'uomo."

Fëdor Dostoevskij
 
 

Aurora


Alberta Aurora - Prairie Light from InFocus Imagery Inc. on Vimeo.

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La Krecò Edizioni ha indetto il bando "Scrivi la Rivoluzione"


Articolo da CreativeCommons.it

Segnaliamo che la novella casa editrice Krecò Edizioni ha indetto il bando "Scrivi la Rivoluzione", con scedenza 31/3/2013.

"Cerchiamo punti di vista, analisi di realtà, cronache di presenti possibili, progetti di futuro, storie e racconti per costruire con la prosa il mondo di domani. E' un moto rivoluzionario fatto di parole che utilizza la rete per condividere in modo libero le proprie idee. Aderisci al progetto inviando il tuo testo di 10.000 battute a info@kreco.it entro il 31 marzo 2013".

Krecò è un progetto non commerciale che pone al centro della propria attività la selezione e la produzione di opere originali brevi, promuovendo sia on line che off line la diffusione di punti di vista critici e propositivi sulla realtà.

Per maggiori informazioni: consultare il sito di Krecò Edizioni.


Fonte: CreativeCommons.it


Autore: Claudio Artusio

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da CreativeCommons.it

domenica 17 marzo 2013

Proverbio del giorno


Anche se la menzogna parte di buon mattino e la verità solo verso sera, la verità raggiungerà la menzogna.

Proverbio senegalese

 

17 marzo 1989 – Pavia, crolla la Torre civica

Resti torre civica 3

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Torre Civica di Pavia era una torre eretta a Pavia nel XI secolo, crollata nel 1989. Il 17 marzo 1989, alle 8.55 del mattino, all'improvviso, la torre crollò rovinosamente, sgretolando 8 000 m³ di mattoni, sabbia e granito. L'incidente, le cui cause sono attualmente ancora sconosciute dopo 23 anni, provocò quattro vittime e 15 feriti. Da allora sempre più pavesi attendono e sperano nella ricostruzione, progetto che fino ad ora non ha avuto successo.
Alcuni resti della costruzione sono conservati nel Castello Visconteo di Pavia.

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Photo credit Quaro75 (Opera propria) [CC-BY-SA-3.0], attraverso Wikimedia Commons

sabato 16 marzo 2013

Citazione del giorno


 
"La mafia uccide, il silenzio pure."


Peppino Impastato
 
 

I diritti civili in Sudamerica e il confronto italiano

Evo Morales
 
 
È un continente strano, quello latinoamericano. Deve il suo nome ai colonizzatori che lo “scoprirono” e conquistarono. Quella parte di Terra che va dai deserti del Messico del nord alle gelide coste di Capo Horn racchiude in sé gran parte delle fasce climatiche del pianeta, ospita la più grande riserva verde del Mondo, fiumi tra i più lunghi e vette tra le più alte ma è nota a tutti come “quella parte d'America in cui si parlano lingue latine”. L'America latina vive nel continuo ricordo di chi la conquistò e ne distrusse l'originalità. Per secoli fu terra d'altri, un luogo ove attingere ricchezze da portare in madre patria. Quattrocento anni di colonialismo l'hanno calpestata e offesa; ne hanno offeso le popolazioni autoctone che si sono viste espropriare la terra, ne hanno offeso la natura e l'ecosistema. Il tutto è proseguito con il decolonialismo, che in molti casi ha sostituito i padroni e le denominazioni ma che raramente ha cambiato la sostanza delle cose. Per decenni abbiamo visto capi di Stato latinoamericani bianchi come cenci e dai lineamenti sicuramente più europei che indios. Le politiche economiche, le politiche sociali e ambientali sono state sempre di stampo occidentale e liberale, capitalista e imperialista anche quando non esisteva più nessun impero.

Solo negli ultimissimi decenni (eccezion fatta per la rivoluzione cubana), i popoli nativo-americani (o ciò che ne resta) si sono potuti autodeterminare in nazioni. Così abbiamo visto inaspettatamente che Paesi come la Bolivia, il Venezuela, il Brasile, l'Uruguay e molti altri hanno saputo prendere in mano le redini del proprio governo, dando un taglio alle ingerenze estere che tuttora tentano di controllarne l'economia. 

È superfluo ricordare la ricchezza in termini di materie prime di questo continente e, quindi, la ricchezza che rappresentano queste economie in pieno sviluppo. Piuttosto è poi da ricordare lo splendore culturale di queste terre. Troppo spesso si dimentica che qui sorgevano delle civiltà con usi e costumi che sono sopravvissuti ancor oggi nella memoria e nell'immaginario collettivi. Una cultura con luci ed ombre, fatta di comunitarismo e solidarietà ma anche di una spiccata misoginia e patriarcalità. Vedere quindi uno stato come quello boliviano, il primo in Sudamerica per numero di assassinii di donne e secondo, dopo Haiti, per numero di violenze sessuali, varare questa settimana una legge che punisce il femminicidio è una conquista culturale prima ancora che sociale e giuridica. 30 anni di reclusione senza possibilità di grazia per chiunque compia “ogni azione o omissione che provochi la morte o la sofferenza di una donna (…), danno fisico, sessuale e psicologico ad una donna (…), ogni azione che generi un pregiudizio al suo patrimonio o alla sua occupazione per il solo fatto di essere donna”: la pena più alta prevista ad oggi nel codice penale boliviano. La “Ley Integral para Garantizar a las Mujeres una vida libre de Violencia”, varata dal governo di Evo Morales, pone la legislazione boliviana a un livello rispetto al quale molte "democrazie" occidentali non sono ancora arrivate.

Lo stesso discorso vale per l'Uruguay, dove nel dicembre scorso è stato approvato dalla Camera dei Deputati il disegno di legge che legalizza i matrimoni gay ("Matrimonio Igualitario"), ora in attesa di approvazione da parte del Senato . L'Uruguay ha la legislazione più avanzata di tutto il continente in materia di diritti civili e di coppie omosessuali: permette già il riconoscimento delle coppie di fatto e l'adozione di bambini da parte di coppie gay. Questo in una cultura, quella latino-americana, notoriamente omofobica

Vivo/viviamo in un Paese che non riconosce alcuna forma di diritto a coppie dello stesso sesso e non riconosce che uccidere, percuotere o maltrattare una donna solo in quanto tale rappresenta un'aggravante. In Italia l'unico dibattito pubblico sull'argomento è rappresentato dai post-it del sito Repubblica, dai monologhi della Litizzetto a Sanremo o dal grido di due promessi sposi: ma occorrono leggi e non solo iniziative creative. Abbiamo bisogno che certa carta stampata, invece di trasmettere palesi menzogne senza fondamento riguardanti la "bara vuota" di Chavez e invece di stigmatizzare governi e presidenti eletti e sostenuti dal popolo, verifichi le fonti e ci parli della realtà dei fatti. Abbiamo bisogno che politici e società civile che hanno rinnovato il Parlamento si rendano conto che esiste già un ruolo che sono tenuti ad adempiere per mandato elettorale, quello del legislatore: stilare leggi e farle approvare è il loro compito, tenere d'occhio la questione di genere piuttosto che le discriminazioni sessuali è ormai una priorità che dovrebbe riguardare ogni partito a cui sarà assegnato il mandato per formare il govermo ma che purtroppo manca dalle agende elettorali degli eletti.
 
Autore: Giulio Gezzi


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Articolo tratto interamente da Il Corsaro - l'altra informazione


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Ricordiamo Rachel Corrie


Rachel Corrie 2003 March 16

Articolo da Frontierenews.it

Sono passati dieci anni da quando un bulldozer israeliano ha tranciato in pieno Rachel Corrie, una ragazza di 23 anni che – insieme ad altri attivisti dell’ISM – si era opposta all’illegale demolizione delle case palestinesi a Rafah. La famiglia della giovanissima statunitense ha intentato una causa legale contro lo Stato d’Israele, conclusasi l’estate scorsa con una sentenza pesante come un macigno. Oded Gershon, giudice distrettuale di Haifa ha così dichiarato, auto-assolvendo lo Stato che rappresenta: “Fu la pacifista a cercare la morte; non fu colpa dell’esercito”. Solita, imbarazzante conclusione: se non vuoi avere guai, non devi intervenire.
A dieci anni dalla sua morte, vogliamo ricordare Rachel chiedendovi di diffondere il più possibile la sua storia. Commemorare significa, letteralmente, ‘ricordare insieme‘. Ricordate Rachel insieme a chi non conosce la sua storia. Se un bulldozer può passare – nella totale impunità – più e più volte sopra l’esile corpo di una ragazza che protesta, non può però tranciare così facilmente la verità e la ricerca di giustizia che quella stessa ragazza portava avanti. Parlate di Rachel. Parlate di quella yankee girl che ha dato la vita per la dignità di un popolo oppresso. Parlatene.
 
Valerio Evangelista
 
Che ogni fiore, ogni parola, ogni pensiero per Rachel sia anche una condanna verso la vergognosa sentenza del tribunale israeliano e una denuncia contro le complicità istituzionali internazionali che rendono impuniti i crimini commessi dallo stato di Israele”. Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, onlus
 
Fonte: Frontierenews.it

Autore: Valerio Evangelista


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Articolo tratto interamente da Frontierenews.it
 
Photo credit Di Joe Carr. joecarr@riseup.net is the email address found on the biographical info page: http://www.lovinrevolution.org/Bio.htm - archived here. See index by date. [Guarda la pagina per la licenza], attraverso Wikimedia Commons

 

venerdì 15 marzo 2013

Il potere

1984JLH1

Il potere consiste appunto nell’infliggere la sofferenza e la mortificazione. Il potere consiste nel fare a pezzi i cervelli degli uomini e nel ricomporli in nuove forme e combinazioni di nostro gradimento. Riesci a vedere, ora, quale tipo di mondo stiamo creando? Esso è proprio l’esatto opposto di quella stupida utopia edonistica immaginata dai riformatori del passato. Un mondo di paura, di tradimenti e di torture, un mondo di gente che calpesta e di gente che è calpestata, un mondo che diventerà non meno, ma più spietato, man mano che si perfezionerà. Il progresso, nel nostro mondo, vorrà dire soltanto il progresso della sofferenza. Le civiltà del passato pretendevano di essere fondate sull’amore e sulla giustizia. La nostra è fondata sull’odio.

George Orwell

Tratto da | 1984 di George Orwell

Photo credit  Jordan L'Hôte (Opera propria) [CC-BY-3.0], attraverso Wikimedia Commons

Avviso da Patrizia (per il web Pixia)




L'amica Patrizia causa malware ha dovuto chiudere il suo blog.  Accolgo il suo appello e visto che ci sono molti amici in comune con questo blog; v'invito a visitare il suo nuovo spazio a questo indirizzo:

 

http://gliocchidellafantasiabypixia.blogspot.com/

 

Buona fortuna per il tuo blog e invito tutti gli amici a scansionare sempre i propri spazi in questo sito:

www.urlvoid.com/ 
 

Avvelenati dal cromo esavalente





Il film Erin Brockovich , ci  ricorda i tanti veleni che assumiamo ogni giorno attraverso l’acqua, il cibo, la terra e l'aria. La trama di questo film tratta l'avvelenamento da cromo esavalente attraverso la contaminazione delle falde acquifere e con le conseguenze di un aumento dei casi tumorali.
Inutile girarci intorno, i tumori sono causati dai veleni che questa società dedita più ai profitti che al benessere umano, ha causato dopo la rivoluzione industriale.
Il cromo è uno dei più potenti veicoli tossici che possono esistere; i ricercatori parlano sempre di una soglia di rischio per il corpo; ma se per anni, ogni giorno ingeriamo e respiriamo questo veleno, non dobbiamo stupirci delle conseguenze nefaste.
Voglio ricordare che il cromo è presente anche nei vaccini, che sono inoculati nel nostro corpo fin dalla tenera età e in tanti altri materiali.

La situazione italiana non è rosea e soprattutto più di una volta l'acqua che beviamo è balzata agli onori della cronaca.

Nei prossimi mesi cercherò di parlare anche di questa quantità di veleni presenti in tutta la penisola, spesso ignorati da tutti.


Erin Brockovich - Forte come la verità: recensione del film

hinkley, ca

Erin Brockovich - Forte come la verità (Erin Brockovich) è un film del 2000 diretto da Steven Soderbergh.

Trama

Los Angeles: Erin Brockovich, è una segretaria precaria di uno studio legale e madre trentenne di tre figli, nubile dopo due divorzi, spinta da curiosità, intraprendenza e senso della giustizia, indaga sulla Pacific Gas and Electric Company che ha contaminato le falde acquifere di una cittadina californiana, provocando tumori ai residenti. Sostenuta dal suo principale, vince la battaglia legale, ottenendo per i 634 querelanti indennizzi per 333 milioni di dollari (più un assegno di 2 milioni per sé).

Curiosità sul film

La vera Erin Brockovich appare nel film nei panni di una cameriera di fast-food, la spilla che indossa sulla divisa riporta il nome "Julia".

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Photo credit lizzk caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons

Incipit del giorno


Che qualcuna delle ultime poesie sia convincente, non toglie importanza al fatto che le compongo con sempre maggiore indifferenza e riluttanza. Nemmeno importa molto che la gioia inventiva mi riesca qualche volta oltremodo acuta. Le due cose, messe insieme, si spiegano con l'acquisita disinvoltura metrica, che toglie il gusto di scavare da un materiale informe, e insieme interessi miei di vita pratica che aggiungono un'esaltazione passionale alla meditazione su certune poesie.

(6 ottobre 1935)

Tratto da | Il mestiere di vivere di Cesare Pavese (fonte: Wikiquote)

Aspettando la primavera


The Proposal from Felipe Rojas on Vimeo.


Photo e video credit  Felipe Rojas caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

giovedì 14 marzo 2013

La nostra felicità...



"L'esperienza definisce felicissimo l'uomo che ha reso felice il maggior numero di uomini... Se abbiamo scelto nella vita una posizione in cui possiamo operare per l'umanità, nessun peso ci può piegare, perchè i sacrifici vanno a beneficio di tutti; allora non proveremo una gioia meschina, limitata, egoista, ma la nostra felicità apparterrà a milioni di persone, le nostre azioni vivranno silenziosamente, ma per sempre."

 Karl Marx
 
 

Cosa sono gli RSS?


Molti mi hanno posto la domanda cosa sono gli RSS. Voglio pubblicare un video di Lee LeFever dal Common Craft Show, doppiato in italiano. In questo filmato troverete tutte le risposte alle vostre curiosità.
 


Video credit lucamea caricato su YouTube



A due anni da Fukushima

4.11 原発反対デモin高円寺 Anti nuclear power protests in Kouenji

Articolo da Pressenza

Esattamente due anni fa, l’11 marzo del 2011, il nord del Giappone fu colpito da un tremendo sisma, che generò anche una spaventosa onda di tsunami. I reattori nucleari della centrale di Fukushima-1 vennero gravemente danneggiati. Il reattore n. 1 subì un incidente di eccezionale gravità, con la fusione del nocciolo e la fuoriuscita del combustibile fuso, che rimase, assolutamente incontrollabile, ai piedi del reattore.
Anche i reattori n. 2 e 3 subirono una parziale fusione del nocciolo. Avvenne poi una serie di incidenti assolutamente imprevisti in questo campo. Il combustibile nucleare esaurito è talmente radioattivo e caldo che non può essere maneggiato direttamente, per cui viene immerso in piscine di disattivazione… in attesa di essere portato in un deposito definitivo sicuro: abbiamo messo i puntini perché nessun paese al mondo ha realizzato un tale deposito (il progetto di Yucca Mountain negli USA è stato definitivamente accantonato perché non dava sufficienti garanzie di sicurezza, dopo dieci anni di progettazione e altrettanti di lavori e la spesa di circa 10 miliardi di dollari), per cui le barre del combustibile irraggiato rimangono accumulate molto a lungo nelle piscine “provvisorie” all’interno delle centrali. Ebbene, per la prima volta le piscine dei reattori n. 2, 3 e 4 di Fukushima hanno subito dal sisma danni molto gravi: continua a destare preoccupazioni soprattutto la piscina dell’unità n. 4, dove sono depositate in modo addensato un numero molto grande di barre e che potrebbe cedere in caso di un altro sisma molto forte (nella zona si sono susseguite scosse di diversa intensità e in tutto il Giappone il rischio di terremoti di eccezionale intensità rimane molto concreto).
Molto ci sarebbe da dire sull’incidente (in realtà, come si è detto, per lo meno 6 incidenti!). Basti qui precisare che l’incidente non è stato provocato, come a lungo si è fatto credere, dall’eccezionale onda di tsunami (per la quale comunque le protezioni erano insufficienti), ma dal sisma, che ha causato in modo determinante i processi incidentali.
Come sempre è avvenuto nel caso di incidenti nucleari, le autorità e gli organismi internazionali si sono adoperati per minimizzare le conseguenze, ormai informazioni e evidenze dimostrano che la situazione è completamente diversa. E’ soprattutto sotto accusa l’atteggiamento e l’incuria del governo giapponese. Anche gli organi di stampa giapponesi sollevano continuamente dubbi sulla serietà e attendibilità dei dati forniti dal governo (si veda ad esempio Deutsche Welle, http://www.dw.de/rising-doubts-about-japans-official-radiation-figures/a-16631709).
Le procedure di decontaminazione della prefettura di Fukushima sono state profondamente criticate come approssimative. Le conseguenze della radioattività per la popolazione giapponese si manifesteranno nei prossimi decenni. Sono gravissime anche le conseguenze psicologiche, per l’incidente, per le persone che sono state sradicate dalle loro abitazioni, per il timore che riguarda gli alimenti, per la perdita di lavoro e di produzioni (Fukushima era una zona di produzione agricola biologica). Greenpeace ha redatto recentemente un nuovo report allarmante su Fukushima (www.greenpeace.org/international/fukushima-fallout).
Un aspetto molto importante, su cui l’informazione all’opinione pubblica è stata molto carente (et pour cause!), riguarda “chi paga i danni e i risarcimenti alla popolazione”? Ebbene, in buona sostanza … la popolazione stessa: in Italia diciamo “paga Pantalone”. Perché l’industria nucleare, che strombazza sempre la convenienza economica (oltre alla sicurezza) dell’energia nucleare, è largamente esentata dalle normative dalla responsabilità per i rischi e i danni. Il governo giapponese ha stanziato a più riprese, con un’ultima tranche nel febbraio scorso, ben 3.343 miliardi di yen che, essendo soldi pubblici, sono soldi dei contribuenti, cioè della collettività.
Ci sarebbe moltissimo altro da dire, ma in Internet chi le voglia cercare troverà moltissime informazioni. Ci preme qui (ri)sollevare questi problemi perché l’anniversario di Fukushima rischia di passare quasi inosservato e i servizi degli organi di (dis)informazione saranno prevedibilmente per la maggior parte rituali, se non assolutori. Purtroppo non siamo a conoscenza di forti manifestazioni in Italia, dove dopo il referendum dell’11 giugno 2011 è calato su questi temi un diffuso disinteresse, anche se abbiamo ancora molti problemi preoccupanti da risolvere.
Chiudere il nucleare nel mondo
Sabato scorso è stata organizzata a Parigi una catena umana, con la partecipazione di più di 20.000 persone di molti paesi, per ricordare l’anniversario di Fukushima e chiedere l’uscita dal nucleare.
Qual è infatti la situazione? Ogni incidente nucleare grave impone in tutti i paesi che utilizzano questa energia una profonda revisione dei sistemi e delle norme di sicurezza. Al di là della serietà con cui questa revisione viene effettuata, questo comporta una considerevole lievitazione dei costi. Le centrali nucleari erano già ampiamente fuori mercato prima di Fukushima e solo attraverso l’enorme potere delle lobby e la complicità dei governi (sono in ballo fior di miliardi!) l’industria nucleare poteva continuare a sostenere la convenienze di questa scelta energetica. Basti pensare che negli Stati Uniti l’industria elettrica (privata) da più di 30 anni non ordina nuove centrali nucleari e nemmeno i generosi stanziamenti di Bush e di Obama per sostenerla sono riusciti a rilanciarla. In Europa sono in costruzione nuovi reattori (francesi) a Olkiluoto in Finlandia e a Flammanville in Francia, ma il primo, iniziato nel 2005 con una previsione di costo di poco più di 3 miliardi di euro e di entrata in funzione nel 2009, ha subito un incredibile allungamento dei tempi (non è chiaro se potrà entrare in funzione entro il 2014) e un raddoppio dei costi! Attualmente, nelle poche gare per le offerte per la realizzazione di centrali nucleari, le industrie presentano costi preventivi che si aggirano sui 6-9 miliardi di euro!
Il costo di una centrale però riguarda solo una minima parte della storia. A parte le conseguenze di incidenti che sono i più gravi e duraturi che la società industriale possa provocare, il problema del combustibile esaurito e delle scorie nucleari non è stato risolto in nessun paese al mondo (ammesso che abbia una “soluzione”): si tenga presente che l’enorme radioattività del combustibile esaurito permane per centinaia di migliaia di anni. Vi è poi il problema dello smantellamento (decommissioning) dei reattori nucleari alla fine della loro vita operativa: nessuno ne conosce esattamente i costi e di fatto questa operazione è talmente complicata e costosa che le circa 130 centrali chiuse nel mondo aspettano di venire smantellate e rischiano di rimanere monumenti permanenti alla stoltezza umana!
La gravità delle conseguenze di incidenti come quelli di Chernobyl del 1986 e di Fukushima, insieme ai problemi dei costi e dell’ingestibilità di tutto il ciclo nucleare, sta inducendo ripensamenti da parte di molti paesi che fino a due anni fa alimentavano programmi in questo campo. La Germania, che programmava l’allungamento della vita operativa delle sue centrali, ha deciso di rinunciare a costruirne altre e di chiudere quelle attualmente in funzione entro il 2022. A ruota la Svizzera ha deciso di non costruire altre centrali nucleari. La Cina proseguirà nella costruzione di centrali nucleari, ma ha riveduto e rallentato i programmi. Non dimentichiamo che l’Austria decise di non avventurarsi in programmi nucleari con un referendum popolare nel 1987.
Casi particolari sono la Francia e il Regno Unito. La prima è il paese più nuclearizzato del mondo e produce il 75% dell’energia elettrica da fonte nucleare (e ha uno dei più potenti e moderni arsenali di bombe nucleari). La lobby nucleare è fortissima, radicata nel sistema economico statale, ma il movimento antinucleare sta crescendo. E la Francia ha accumulato problemi colossali dai suoi programmi nucleari, che per ora covano sotto la cenere, ma sono destinati prima o poi ad esplodere. Tra l’altro il nucleare francese si regge per il brutale sfruttamento coloniale dei giacimenti di uranio del Niger (si veda l’intervento militare di Parigi in Nordafrica).