venerdì 31 agosto 2012

La vità è un gioco d'azzardo



"Alla fine è semplice: il bene, il male, la lotta di chi soffre, la paura di chi è solo come un cane per strada, se perdi stai calmo e aspetta la tua occasione ma non perdere la bussola. Non farti corrompere".

Bob Marley

 
 
 
 

Nevica a Livigno!


In queste ore il maltempo ha portato alcuni temporali in varie zone dell'Italia. Vi sembrerà strano, visto il caldo di questi mesi, ma da ieri sera nevica a Livigno; ecco alcuni video caricati su YouReporter.



Video credit Livigno caricato su YouReporter




Video credit sguercio caricato su YouReporter

Proverbio del giorno


Le grandi cose sono fatte da piccole cose.
 
 
 

Debtocracy (Debitocrazia)

Vi avevo proposto qualche mese fa, il documentario Catastroika. Oggi vi propongo dagli stessi autori il  primo, che ci parla della nascita del debito e della crisi greca.

Vi auguro una buona visione!

Sito ufficiale: Debtocracy



Video credit caricato su YouTube

giovedì 30 agosto 2012

Vi segnalo (post interessanti da altri blog)

 
Oggi vi consiglio:

Come stuprare il territorio... Isole Tremiti a rischio Trivellazioni. tratto da Pensiero naturale

Nel silenzio generale iniziano le trivellazioni delle isole Tremiti.

Crisi eurozona: anche in Spagna arriva il baratto tratto da Informazione Consapevole

Torna il baratto!
 
La Germania introduce la tassa su Google News tratto da Zeus News

Ancora un colpo alla libera condivisione e al diritto d'informazione.

Vogliono trivellare l'Italia


Articolo da GeoPoliticaMente
 
La carta, pubblicata dalla Prof. Maria Rita D’Orsogna, mostra i siti minerari in concessione nel
nostro Paese. In molti casi le aree interessate coincidono o sfiorano quelle dichiarate protette.
E non è ancora chiaro se il nuovo decreto “Cresci Italia”, quello sulle liberalizzazioni, consentirà alle compagnie di aggirare il divieto di trivellazione in qeste aree sancito dal TU sull’ambiente del 2006. Se la nuova norma contenuta nell’art. 17 del decreto fosse confermata, le ricerche petrolifere in queste aree del Mediterraneo meridionale potrebbero continuare anche dopo il decreto di delimitazione delle zone protette. A conferma della volontà di trapanare il Paese alla ricerca di nuovi giacimenti, nel (presunto) tentativo di ridurre a noi cittadini la bolletta del gas, il decreto ha previsto incentivi per le località che accettano le trivellazioni. In proposito, c’è già chi come la Puglia, promette di alzare le barricate.

Tutto il territorio nazionale è interessato da trivelle e progetti d’estrazione, con la compiacenza delle amministrazioni locali e nell’indifferenza di quella centrale.
L’Italia non è membro Opec, né tanto meno una potenza petrolifera. Tuttavia da noi si trova il secondo giacimento petrolifero su terraferma in Europa (in Basilicata) e non meno appetibili sono quelli offshore. Eppure le royalties sulle concessioni di estrazione sono vanno dal 4% al 7 %, contro l’80% di Norvegia e il 90% in Libia. In pratica né lo Stato centrale né le comunità locali beneficiano dei proventi dell’attività estrattiva; in compenso queste ultime sono costrette a sopportarne i costi ambientali.

Questo articolo su Il Cambiamento ci racconta come il nostro Paese stia diventando un far west di trivellazioni. Citando un dossier del WWF, si rileva che su 136 concessioni onshore e 70 offshore attive in Italia nel 2010, rispettivamente solo 21 e 28 hanno pagato le relative royalties alle amministrazioni interessate. Su 59 società che nel 2010 operavano in Italia, solo 5 avevano pagato il canone: ENI, Shell, Edison, Gas Plus Italiana ed ENI/Mediterranea idrocarburi.
Apprendiamo inoltre che al 2011 sono 82 le istanze di permesso di ricerca e i permessi di ricerca di idrocarburi liquidi o gassosi offshore (74 dei quali nelle regioni del Centro-Sud, 39 nella sola Sicilia) presentati al Ministero dello Sviluppo economico. Sono invece 204 le istanze di ricerca e i permessi di ricerca onshore.
E il sistema Italia, denuncia il WWF, garantisce maglie troppo larghe a tali istanze e permessi di ricerca e coltivazione a causa di una normativa inadeguata.
Complessivamente, i progetti di trivellazione in mare nel nostro Paese rischiano di coinvolgere una superficie vasta quanto la Sicilia.

La mancanza di un ritorno economico è dunque il minore dei problemi. Ad aggravare la situazione concorrono l’assenza pressoché totale di controlli e la totale impunità dei responsabili per i danni ambientali cagionati. Perforare ed estrarre in un mare chiuso come il Mediterraneo significa metterne a rischio l’intero ecosistema. La possibilità di perforare a 5 miglia dalla costa rende l’eventualità di un disatro ambientale una terribile minaccia incombente. Già adesso il nostro specchio d’acqua vanta il triste primato mondiale per la concentrazione di catrame in mare aperto (pelagico): 38 mg/m2.
Analogo discorso vale per gli Appennini, dove le companies americane si contendono il diritto a trivellare, nonostante la ferma opposizione dei sindaci locali. Per non parlare della Basilicata, devastata dai petrolieri e ricompensata a suon d’elemosina.
Tutto ciò anche a seguito della depenalizzazione dovuta ad una legge del governo Berlusconi. Governo che voleva privatizzare i beni pubblici in nome del libero mercato anche e nonostante una volontà popolare contraria, come abbiamo visto in occasione dei quesiti referendari di giugno. Con l’aggravante di non ricavarne che briciole.

Per prelevare un petrolio quasi bituminoso, di bassa qualità, come quello italiano, si usano solventi che rilasciano immense quantità di micidiali veleni da smaltire. Ma anche in questo caso l’Italia paga il dazio di una normativa carente, che lascia spazio agli abusi più disparati come evidenziato dall’ultimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie.
Sebbene il documento si soffermi in particolare sulla gestione dei rifiuti e sul ciclo del cemento, che assorbono quasi la metà dei reati ambientali, il testo offre un’idea delle dimensioni del problema. Una misura che sfugge ai dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente, i quali si basano su autodichiarazioni rilasciate dalle ditte per poi essere elaborati secondo modalità espressamente sconsigliate dalla Ue, perdendo così la fetta di rifiuti illegali prodotti dalle stesse.
 


Autore: staff GeoPoliticaMente


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.


Articolo tratto interamente da GeoPoliticaMente
 
 
 

Il fuoco che brucia da 40 anni in Turkmenistan




Articolo da TuttoGreen


 Un cratere largo 70 metri che brucia giorno e notte, da quando, nel 1971, l’allora Unione Sovietica decise di appiccare il fuoco in una cavità sotterranea piena di gas, pensando che si potesse spegnere nel giro di breve tempo. Ma non è andata così. L’enorme buca che si può osservare nel villaggio di Derweze, in Turkmenistan è da allora conosciuta come The Gates of Hell ( “La porta dell’inferno“).
Ci troviamo nel deserto del Karakorum, in Asia Centrale, in un territorio abitato da poche famiglie nomadi. Qui, in pieno regime comunista, un gruppo di geologi inviati da Mosca scoprì una camera sotterranea in cui il metano confluiva da una fonte sotterranea.
Durante i successivi interventi di trivellazione per recuperare il gas a fini commerciali, il terreno collassò, lasciando un buco di dimensioni enormi, da cui iniziò ad fuoriuscire il gas. Con l’obiettivo di evitare conseguenze tragiche i tecnici decisero di bruciare il gas, convinti che si sarebbe consumato in poco tempo. Le valutazioni si rivelarono però errate e la cortina di fuoco che illumina la buca ancor’oggi non accenna a spegnersi.
Dalle autorità turkmene è arrivato nel 2010 l’ordine di chiudere il buco ma da allora non sono più arrivati aggiornamenti.

Sono in fase di studio delle soluzioni idonee e definitive, visto che il presidente Gurbanguly Berdimuhammedow è stato categorico: Derweze non deve bloccare lo sviluppo nell’area dei giacimenti di gas naturale, principale risorsa economica della repubblica centroasiatica.

Il cratere, profondo circa 20 metri, è molto suggestivo come potete vedere da queste immagini:

FOTO: SFOGLIA LE INCREDIBILI FOTO del Gates of Hell in Turkmenistan


Sono 41 anni che il cratere è in continua combustione, come se la Natura avesse deciso di ribellarsi alle violenze che l’uomo le ha inflitto…

Fonte: TuttoGreen


Autore: Claudio Riccardi


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.


Articolo tratto interamente da TuttoGreen

Il fascismo è demagogico



"Il fascismo è demagogico,ma padronale,retorico,xenofobo,odiatore di cultura,spregiatore della libertà e della giustizia,oppressore dei deboli,servo dei forti,sempre pronto a indicare negli altri le cause della propria impotenza o sconfitta. Il fascismo conviene agli italiani perchè è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni,esalta i loro odi,rassicura la loro inferiorità. Un giorno il fascismo verrà curato con la psicoanalisi."

Ennio Flaiano


 

mercoledì 29 agosto 2012

Cielo d'estate a Tenerife

In soli quattro minuti di timelapse, sono riassunti tutti gli eventi celesti più importanti dell'estate 2012. Le immagini provengono dall'isola di Tenerife  e mostrano anche gli incendi che hanno devastato il paesaggio.



Tenerife summer sky I from port foto on Vimeo.


Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Voglio ricordare i profili sociali di questo blog

Queste sono le pagine sociali del blog in diversi servizi web. Trovate Web sul blog ai seguenti link (cliccate su per accedere):









Se vi piace questo blog aiutatelo a crescere, diffondete anche ai vostri amici i miei link. Grazie a tutti per la vostra fiducia.


Forte scossa di terremoto nello stretto di Messina



Un sisma di magnitudo 4,6 è stato avvertito stanotte alle ore 1 e 12, nello stretto di Messina. La scossa si è verificata a una profondità di 45,5 chilometri, con epicentro in mare. Le località prossime all'epicentro sono Scilla, Villa San Giovanni e Campo Calabro e al momento non si segnalano danni.

Video credit quake caricato su YouReporter

Una delle ultime lettere di Rachel Corrie

Rachel Corrie

“Sono preoccupata per il lavoro che svolgo. La grande maggioranza della gente qui, anche se avesse i mezzi per fuggire altrove, anche se veramente volesse smetterla di resistere sulla sua terra e andarsene semplicemente (e questo sembra essere uno degli obiettivi meno nefandi di Sharon), non può andarsene. Perché non possono entrare in Israele per chiedere un visto e perché i paesi di destinazione non li farebbero entrare: parlo sia del nostro paese che di quelli arabi. Quindi penso che quando la gente viene rinchiusa in un ovile - Gaza - da cui non può uscire, e viene privata di tutti i mezzi di sussistenza, ecco, questo credo che si possa qualificare come genocidio

Rachel Corrie

Tratto dalle ultime lettere di Rachel Corrie alla famiglia

Photo credit ISM-NC caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons



martedì 28 agosto 2012

Vergognosa sentenza: secondo i giudici israeliani fu Rachel Corrie a cercare la morte

Rachel Corrie March 16 2003


Articolo da Frontierenews.it

Nove anni fa moriva l’attivista statunitense Rachel Corrie, tranciata da un bulldozer israeliano mentre lei si opponeva alle illegali demolizioni delle case palestinesi a Rafah. La famiglia della 23enne decise quindi di procedere per vie legali contro lo Stato di Israele, presentando una causa civile. Oggi la sentenza di Oded Gershon, giudice distrettuale di Haifa: “Fu la pacifista a cercare la morte; non fu colpa dell’esercito”. Il tribunale, dichiarando la morte di Rachel “uno spiacevole incidente” e negando qualsiasi responsabilità dell’Idf, ha quindi re, fu spinto la richiesta di risarcimento.

“Anche se non sorprendente, questo verdetto è un esempio ulteriore della vittoria dell’impunità sulla responsabilità e sulla onestà “, ha commentato l’avvocato Hussein Abu Hussein, legale della famiglia Corrie, dopo aver appreso della decisione del tribunale. ”Questa corte – ha aggiunto l’avvocato – in questo modo ha avvallato pratiche illegali, fra cui l’aver trascurato la protezione di vite umane. E questo verdetto biasima in definitiva la vittima, sulla base di fatti presentati al giudice in forma distorta”.

Secondo i famigliari della vittima le indagini, dichiarate da alcuni ufficiali Usa (nonché dallo stesso ambasciatore statunitense a Tel Aviv) come “non credibili”, sono state gestite in maniera tale da aver preso a mala pena in considerazione le prove fornite dai colleghi attivisti, tra cui fotografie e filmati che ritraevano gli ultimi istanti di Rachel.

V.E.

Fonte: Frontierenews.it

Autore: redazione frontierenews.it


Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.


Articolo tratto interamente da Frontierenews.it


Photo credit  Joe Carr. joecarr@riseup.net is the email address found on the biographical info page: http://www.lovinrevolution.org/Bio.htm - archived here. See index by date. [Guarda la pagina per la licenza], attraverso Wikimedia Commons

Citazione del giorno


"Non è tanto importante quello che sta avvenendo quanto quello che noi pensiamo stia avvenendo."

Arthur Schopenhauer
 
 
 

lunedì 27 agosto 2012

Ecco i nuovi banner del blog


Vi ringrazio molto per la grande collaborazione e partecipazione alla creazione dei nuovi banner. Adesso troverete nella pagina "chi sono" anche altri banner  e voglio ringraziare le autrici/ori delle creazioni.
Se volete inserire un banner del mio blog, basta prelevare il codice html all'interno di ogni textarea e copiarlo in un modulo.

Mi raccomando di visitare i blog delle autrici/ori e fare la loro conoscenza.

 
 
Banner realizzato dal blog Grafic Scribbles.
 
 

 
Banner realizzato dal blog Web sul blog.

 
 
 
Banner realizzato dal blog Lufantasygioie.

 
 

Banner realizzato dal blog Lufantasygioie.

 
 
 
Banner realizzato dal blog Celeste-grafica.
 
 
 
 
Banner realizzato dal blog Celeste-grafica.
 


 
 
Banner realizzato dal blog Celeste-grafica.
 


 
 
Banner realizzato dal blog Celeste-grafica.
 


 
 
Banner realizzato dal blog Celeste-grafica.


 
 
Banner realizzato dal blog Celeste-grafica.
 


 


Banner realizzato dal blog Celeste-grafica.


 

La solitudine


 

"La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice."

José Saramago
 
Tratto da L'anno della morte di Ricardo Reis di José Saramago






Sulcis:Una trentina di minatori sono asserragliati a 400 metri di profondità

Nuraxi Figus


Articolo da L'isola dei cassintegrati

Se dovessimo trovare un luogo preciso da cui parte il malessere italiano, se dovessimo individuare la pentola che bolle e la polveriera di questa storia chiamata “Crisi”, il Sulcis in Sardegna sarebbe la regione protagonista. A leggere i giornali ci si confonde fra le tante vertenze: troppe aziende a Portovesme chiudono, troppi lottano per il lavoro, troppe storie di povertà si accavallano fino a non capire più chi ci sia dietro ogni singola lotta e protesta.

Quelli di cui parliamo oggi sono gli ultimi minatori della Sardegna, gli ultimi se la Carbonsulcis chiude come drammaticamente è previsto.

Ma cosa è la Carbonsulcis? Come accennavo prima è una società della Regione Sardegna che gestisce l’ultima miniera di carbone rimasta in Italia, quella di Nuraxi Figus, vicino a Portoscuso. È nata nel 1976 dopo la chiusura delle miniere in seguito alla presa di coscienza che il Carbone, oro per la Sardegna, non era più conveniente da estrarre. Fu così rilevata dall’Enel e, a causa delle proteste dei lavoratori, che già vedevano nella conversione industriale che li attendeva un fallimento (come è stato), mantenuta per evitare di aggravare la situazione occupazionale del territorio. Ma nell’88 arrivano i primi aiuti pubblici per salvarla, si decide così di ridurre l’inquinamento destinando l’estrazione alla gassificazione e alla produzione di energia termoelettrica. Nel ’95 viene messa all’asta e siccome nessuno pareva interessato venne acquistata dalla Regione Sardegna che avrebbe dovuto accompagnare l’azienda verso la privatizzazione.

Il 26 agosto 2012 alle ore 22:30, una trentina di minatori si asserraglia a 373 metri di profondità. La rabbia esplode quando non arriva una risposta in merito ai finanziamenti per rilanciare la miniera attraverso la produzione di energia pulita da carbone attraverso la cattura di Co2 dal terreno.

Se questi investimenti, si tratta di 200 milioni di euro, saltassero per i 463 lavoratori e le famiglie sarebbe un duro colpo. Si sa che in tempi di crisi abbandonare una produzione al suo destino significa farla fallire nella competizione economica e sancirne la morte. Ma la morte di una attività significa la fame per chi ci vive. A poca distanza i lavoratori Alcoa sperano nell’incontro decisivo il 31 agosto fra il ministro De Vincenti e Glencore, anche se non sarà facile convincere qualcuno a investire in un impianto in perdita da anni nonostante gli sconti energetici.

La nostra Primavera è iniziata e parte dal Sulcis-Iglesiente.

di Claudia Sarritzu | @CSarritzu


Fonte: L'isola dei cassintegrati


Autore: Claudia Sarritzu


Licenza:Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da L'isola dei cassintegrati

Photo credit Alex10 (Opera propria) [CC-BY-SA-3.0], attraverso Wikimedia Commons



domenica 26 agosto 2012

Aiuto: nuovo banner per questo blog


Lancio un appello a tutti gli amanti ed esperti di grafica. Vorrei rinnovare il banner di questo blog e visto la mia poca conoscenza nella grafica, cerco aiuto tra tutti gli amici per la realizzazione.
Se qualcuno di voi è interessato, può comunicarlo in questo post oppure tramite e-mail.

Ringrazio per la gentile collaborazione e se ci saranno più persone in aiuto, pubblicherò tutti i banner creati.



Torna la pioggia!


Dopo un lungo periodo di siccità è tornata la pioggia. In queste ore ci sono violenti temporali, accompagnati da forti raffiche di vento e grandine; vi mostro alcuni video.

Nubifragio a Verbania



Video credit vicchio52 caricato su YouReporter


Tromba d'aria sopra Livorno




Video credit ladeadelturchese1 caricato su YouReporter

Proverbio del giorno



Il buon giorno si vede dal mattino.
 
 
 

sabato 25 agosto 2012

Citazione del giorno


"Sono le cose semplici che mozzano il fiato."

Mahatma Gandhi
 
 
 

Draquila - L'Italia che trema: recensione del film

Draquila - l'Italia che trema

Draquila - L'Italia che trema è un documentario realizzato nel 2010 da Sabina Guzzanti. È stato proiettato in anteprima esclusiva la sera del 5 maggio in Piazza Duomo all'Aquila, a 13 mesi esatti dal sisma.

Trama

Partendo dalla catastrofe del terremoto dell'Aquila del 2009, il documentario indaga la politica dell'emergenza e del grande evento gestita dalla Protezione Civile, dipinta come un "parastato" in grado di operare al di sopra della legge. Nel film, la comica Sabina Guzzanti, che torna al giornalismo d'inchiesta dopo il precedente Viva Zapatero!, non risparmia critiche all'operato del governo italiano, in particolar modo di Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso, denunciando anche l'invisibilità e l'inefficienza dell'opposizione.

Curiosità sul film

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi ha rifiutato l'invito al Festival di Cannes con «rincrescimento e sconcerto» poiché «la partecipazione di una pellicola di propaganda, Draquila» avrebbe offeso «la verità e l'intero popolo italiano». Del declino dell'invito si sono occupate anche la stampa francese e britannica. La Guzzanti ha dichiarato che «il ministro Bondi, a dire il vero, non era stato neanche invitato» e di «aver letto che lui non ha visto neppure il film e se lo è fatto solo raccontare. E questo mi fa provare ancora di più una profondissima vergogna della figura terribile che il nostro Paese fa all'estero grazie a questo nostro governo». Inoltre ha ironicamente reso grazie al governo italiano per la pubblicizzazione involontaria al documentario: «Mi sono detta, se sono intelligenti fanno finta di niente. Invece ci hanno fatto pubblicità gratuita. Abbiamo pensato anche di mandare a Bondi una cassa di champagne. Una cosa davvero strana questo loro comportamento perché tutto gli si può dire, ma sono sicuramente competenti in quanto a comunicazione».

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Photo credit davidaola caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons


venerdì 24 agosto 2012

Mare di Giovanni Pascoli



Mare

M’affaccio alla finestra e vedo il mare;
vanno le stelle, tremolano l’onde
vedo stelle passare, onde passare,
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco, sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un ponte d’argento.
Ponte gettato su laghi sereni,
per chi dunque, sei fatto e dove meni?

Giovanni Pascoli


Al chiaro di Luna

L'estate è ottima per osservare un cielo stellato e vivere all'aria aperta; questo video è la dimostrazione pratica dello spettacolo di un cielo notturno. Vi consiglio come sempre la visione a schermo intero e in HD.


MOONLIGHT from The.Cubaner on Vimeo.


Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Proverbio del giorno


Percepiamo il mondo attraverso i nostri sensi, ma lo conosciamo con l'elaborazione delle nostre menti.

Proverbio del giorno
 
 

La società...



"La società nella quale voi ci costringete a vivere, e che noi vogliamo distruggere, è tutta costruita sulla violenza. Mendicare la vita per un tozzo di pane è violenza; la miseria, la fame alla quale sono costretti milioni di uomini è violenza; il denaro è violenza; la guerra, e persino la paura di morire, che abbiamo tutti, ogni giorno, a pensarci bene è violenza."

Bartolomeo Vanzetti

Tratto dal film Sacco e Vanzetti (discorso di Bartolomeo Vanzetti in aula)


Crolla un muro al Pincio

1230783 Pincio restauri

Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Dopo che Pompei, con le sue storie di ordinario abbandono, aveva monopolizzato le cronache mediatiche, anche la Città eterna ha reclamato un suo ruolo e ha cominciato a farsi spazio con analoghe cronache di degrado architettonico e archeologico.
Se ne era avuto un accenno con la caduta di pezzi d'intonaco al Colosseo, a cui avevano fatto da controcanto i crolli delle Mura leonine, di un muro a Villa Medici e di frammenti della Basilica di San Pietro in Vincoli.
Ora è toccato al Pincio il triste ruolo di protagonista della stagione di degrado dell'architettura capitolina. Durante la notte, si è letteralmente sbriciolato, per una lunghezza di 9 metri e una profondità di 20 centimetri, il rivestimento murale che protegge il secondo dei tre tornanti attraverso cui si sonda la strada che, secondo il progetto di Giuseppe Valadier, collega la terrazza del Pincio a Piazza del Popolo. Fortunatamente, l'ora notturna ha scongiurato conseguenze peggiori: non si registrano, infatti, ulteriori danni a persone o cose.
Il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma, Umberto Broccoli, se la prende con gli eccessi del clima, l'avvicendarsi gli inverni molto piovosi e nevosi con estati infuocate, ma il vero responsabile, in questo come in altri episodi, sembra essere l'irrimediabile incuria e insensibilità dell'uomo e delle istituzioni, incapaci di proteggere, dalle ingiurie del tempo e del clima, le emergenze architettoniche che costellano gli antichi centri storici delle città.
Il sindaco Gianni Alemanno, giunto sul posto per un sopralluogo, si è dichiarato comunque ottimista, indicando in soli 15 giorni la durata dell'intervento di messa in sicurezza e ripristino. Il danno per le casse del comune è stato da lui stimato in 300.000 euro.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.5 Generic License.

Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Photo credit Lalupa (Own work) [CC-BY-SA-3.0 or GFDL], via Wikimedia Commons