lunedì 7 marzo 2011

150 anni insieme:Anita Garibaldi


Molte donne sono state protagoniste dell'unificazione italiana;oggi parliamo di un grande personaggio:Anita Garibaldi.Ecco la sua biografia tratta da Wikipedia:

Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio conosciuta come Anita Garibaldi (Morrinhos, 30 agosto 1821 – Mandriole di Ravenna, 4 agosto 1849), fu moglie di Giuseppe Garibaldi; è conosciuta universalmente come l'Eroina dei Due Mondi.

Nacque il 30 agosto 1821 in Brasile a Morrinhos, presso Laguna nella provincia di Santa Catarina, figlia del mandriano Bento Ribeiro da Silva, detto "Bentòn", e di Maria Antonia de Jesus Antunes. La coppia ebbe sei figli, tre maschi e tre femmine. La bambina fu battezzata Ana e chiamata in famiglia Aninha, che è il diminutivo di Ana in lingua portoghese. Fu Garibaldi, a suo tempo, ad attribuirle il diminutivo spagnolo Anita, con il quale è universalmente nota. Dopo che la famiglia si fu trasferita a Laguna, nel 1834, in pochi mesi morirono il padre e i tre figli maschi. Pare che il trasloco a Laguna si fosse reso necessario per allontanarsi dai propositi di vendetta di un carrettiere di Morrinhos il quale, attratto dalle grazie di Anita e avendolo dimostrato con "modi poco rispettosi", si era visto sfilare il sigaro di bocca dalla ragazzina che, per sottolineare il suo diniego, pensò bene di spegnerlo sul viso del focoso pretendente.Il 30 agosto 1835, all'età di 14 anni, Anita va in moglie a un calzolaio, Manuel Duarte de Aguiar, nella cittadina di Laguna. La veridicità storica di questa unione - talvolta contestata, ma senza successo, anche da Menotti Garibaldi, figlio di Anita e del Generale - sembra essere dimostrata da un atto di matrimonio ancora esistente e da quanto scritto dallo stesso Garibaldi nelle sue "Memorie".
Nel luglio del 1839, all'età di 18 anni, Anita incontra Garibaldi a Laguna. Da quel momento, dopo aver verosimilmente abbandonato il marito, Anita sarà la donna di Garibaldi, la madre dei suoi figli e la compagna di tutte le sue battaglie. Combatterà sempre con gli uomini e come gli uomini, sostenendo il fuoco avversario, e pare che venga spesso assegnata alla difesa delle munizioni, sia negli attacchi navali sia nelle battaglie terrestri.

All'inizio del 1840, nella battaglia di Curitibanos, Anita cade prigioniera delle truppe imperiali brasiliane. Ma il comandante, molto colpito dal temperamento indomito della giovane, le concede di cercare il cadavere del marito sul campo di battaglia. Anita, approfittando della distrazione delle guardie, afferra un cavallo e fugge. Si ricongiunge con Garibaldi a Vacaria, nel Rio Grande Do Sul.

Il 16 settembre 1840 nasce il loro primo figlio al quale danno il nome di Menotti, in onore di un patriota italiano, Ciro Menotti. Dodici giorni dopo il parto, Anita sfugge a una nuova cattura. I soldati imperiali circondano la sua casa, uccidono gli uomini lasciati da Garibaldi a difesa e cercano di catturarla. Ma Anita, con il neonato in braccio, esce da una finestra (o da una porta secondaria), inforca il cavallo e fugge nel bosco. La sua estrema abilità di cavallerizza e la sua coraggiosa vitalità la salvano ancora una volta. Rimane nascosta nel bosco per quattro giorni, senza viveri e con un neonato al petto, finché Garibaldi e i suoi la trovano.
Nel 1841, essendo divenuta ormai insostenibile la situazione militare della rivoluzione brasiliana, Garibaldi e Anita prendono congedo da quella guerra e si trasferiscono a Montevideo, in Uruguay, dove rimarranno sette anni, durante i quali Garibaldi manterrà la famiglia impartendo lezioni di francese e di matematica. Nel 1842 Anita e Garibaldi si sposano nella parrocchia di San Bernardino. Stando alle "Memorie" del generale, Garibaldi dovette dichiarare formalmente di avere notizia certa della morte del precedente marito di Anita. Negli anni successivi nascono i figli: Rosita (1843) che morirà a soli 2 anni, Teresita (1845) e Ricciotti (1847), quarto e ultimo figlio.
Nel 1848, alla notizia delle prime rivoluzioni europee, Anita con i figli si imbarca per Nizza dove viene ospitata dalla madre di Garibaldi. Il marito la raggiunge con un altro bastimento qualche mese più tardi.
L'anno seguente Anita è di nuovo in combattimento. Il 9 febbraio 1849 presenzia a Roma alla proclamazione della Repubblica Romana, che però avrà vita breve. Gli eserciti francese e austriaco attaccano la città eterna per ripristinare il potere papale. I garibaldini danno vita a una eroica resistenza, respingendo gli assalti quartiere per quartiere, per molti giorni. Ma la superiorità di uomini e mezzi a disposizione delle forze avversarie è schiacciante. E dopo l'ultimo scontro sostenuto nella zona del Gianicolo, Garibaldi e i suoi sono costretti alla fuga.
Quella fuga prenderà storicamente il nome di "trafila", una marcia forzata attraverso mezza Italia. I garibaldini si sparpagliano su strade diverse per sfuggire alla caccia dei soldati austriaci e della polizia papalina. Garibaldi rimane solo con Anita e con il fedelissimo Capitano Leggero. Mirano a raggiungere Venezia, l'unica repubblica che ancora non sia stata travolta dagli eserciti delle potenze imperiali europee. Ma Anita è incinta, al quinto mese di gravidanza. La sua fuga, a piedi, a cavallo, attraverso montagne e fiumi, è un calvario. Le sue condizioni di salute peggiorano a vista d'occhio. Nelle valli di Comacchio si consuma la tragedia. La donna perde conoscenza. Pur braccati dai nemici, Garibaldi e Leggero la caricano su una piccola barca e poi, su un vecchio materasso, la trasportano nella fattoria del patriota Guiccioli in località Mandriole di Ravenna, dove subito accorre un medico, il quale però può solo constatare che Anita è spirata. La data della sua morte è il 4 agosto 1849. Anita ha ventotto anni. La sua avventura umana, storica e sentimentale accanto a Giuseppe Garibaldi è durata appena undici anni.
La vicenda terrena di Anita, al di là perfino di quanto succintamente detto fin qui, presenta aspetti che sembrano sconfinare nel romanzesco. E tali fatti meritano di essere descritti in modo più dettagliato.

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