lunedì 1 novembre 2010

In Morte del fratello Giovanni di Ugo Foscolo


In Morte del fratello Giovanni

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.

La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.

Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.

Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.

Ugo Foscolo

4 commenti:

  1. Sei stato bravissimo a riproporre questa stupenda poesia del Foscolo. Ero adolescente quando l'ho studiata a scuola e anche se allora le poesie mi annoiavano perché dovevo studiarle a memoria e non le capivo, almeno non sempre, ricordo che questa mi aveva colpito per la sua dolorosa malinconia. E mi piaceva Foscolo, il suo romanticismo e il suo perenne errare.

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  2. bellissima lirica che conoscevo a memoria,mi hai riportato ai tempi della scuola,grazie,a presto

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  3. Ciao e grazie per averci ricordato questo sonetto che, insieme A Zacinto, era tra le mie poesie preferite da ragazzina. Buona giornata e buona settimana
    Carmen

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  4. ...io adoro Foscolo!!!!!!!!!
    Le sue "illusioni" spesso mi aiutano.

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